city car elettrica

City car: l’auto elettrica del presente:

 

L’auto elettrica del presente, ovvero la city car
Da più parti, TV e giornali, si sente parlare di particolato come supporto dei virus ed incentivatore
della loro diffusione, non ultimo il COVID 19.

A dire di emeriti ricercatori non è affatto un caso che la pandemia sia così aggressiva in Pianura Padana, una delle aree più inquinate al mondo, e più blanda nel resto della penisola, baciata da venti che ne riducono l’inquinamento.

Le city car

E’ forse venuto il momento che al di là degli interessi economici di costruttori e singoli proprietari, le amministrazioni pubbliche prendano le impopolari iniziative di lasciare i veicoli che emettono particolato ed altri inquinanti fuori dai centri urbani.
In questo senso vanno ora anche le nuove city car presentate quest’anno dai costruttori generalisti, che finalmente propongono le piccole auto in versioni elettriche, in configurazioni logiche e prezzi abbordabili.
Sono infatti state presentate quest’ anno le nuove:

Queste city car elettriche sono destinate a vivere in città , con autonomie contenute ( 125-260 Km) e prezzi abbordabili ( 22-30.000 €), anche in considerazione degli incentivi statali e regionali in vigore.
Il loro prezzo finale, con gli incentivi statali di 4-6.000€ (senza o con rottamazione) e regionali (2-8.000 € a seconda della regione) più  lo sconto richiesto ai concessionari del 12-15%, è competitivo con quello delle più comuni citycar (8-14.000€).
Ma per chi oggi non vuole comprare, si stanno moltiplicando vantaggiose proposte di noleggio, grazie appunto alle condizioni al contorno favorevoli sopra citate.
Inoltre il percorso medio di un utente in città è stimato in 30 Km/giorno, per cui la ricarica si dovrà fare una – max due volte a settimana.

La ricarica

Le alternative di ricarica sono: a casa con wall-box offerta da ENEL o dal costruttore, oppure alle colonnine distribuite sul territorio, con minimo sforzo dell’utente e prezzi a competitività decrescente dalla prima all’ultima.

Da notare anche che i veicoli elettrici recenti utilizzano sempre più la frenata rigenerativa, che oltre a ricaricare le batterie, alle basse velocità cittadine consente di usare poco o niente i freni.

In questo modo si riduce anche la produzione di particolato conseguente all’ uso dei freni.

I freni a disco e tamburo funzionano per attrito tra due superfici, con produzione di polveri che inevitabilmente si aggiungono al particolato da emissioni e da consumo delle gomme.

Possiamo dire che finalmente ci sono i veicoli adatti e le condizioni economiche e pratiche perché la citycar
elettrica diventi realtà.
Occorre ora che finalmente le amministrazioni pubbliche, in particolare delle metropoli, decidano di non consentire la circolazione di auto che producono inquinanti in area urbana a breve e non nel 2030 o 2050.
Nel giro di due-tre anni i veicoli inquinanti diesel e benzina senza distinzioni (cioè che emettono particolato PM 2,5 e 10, ossidi di azoto-Nox ed ossidi di zolfo SOx) devono stare fuori dai centri urbani e nel giro di cinque anni fuori dalla Pianura Padana.

Gli strumenti ci sono, metro, bus auto e furgoni elettrici ed a Gas (metano e GPL) ,così come i camion a metano compresso e liquido sono disponibili sul mercato.

In un futuro non così lontano, 5-10 anni, speriamo nelle fuel cells e nell’idrogeno.
La strada è stata tracciata ma non dobbiamo aspettare le urgenze sanitarie, occorre predere
decisioni per sanare l’attuale situazione e prevenire futuri ulteriori problemi.

Foto Pixabay

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