economia circolare

Le notizie sull’ambiente fanno bene all’ambiente?

Abbiamo letto alcune notizie sull’ambiente che ci hanno fatto pensare a come sia difficile divulgare alcune tematiche.

L’Economia Circolare

In un articolo apparso di recente, l’autore sostiene che favorire l’Economia Circolare vuol dire anche ridurre i consumi. E se in linea generale il concetto è condivisibile perché la corsa sfrenata alla produzione ed al consumo osservata nella Economia Lineare è deprecabile, perché foriera di enormi quantità di rifiuti da smaltire, l’esempio dell’auto citato desta notevoli perplessità.
Cita infatti l’architetto Walter Stahel, zurighese e padre-nonno della Economia Circolare, il quale sostiene che l’uso durevole di un’auto permette di risparmiare la fabbricazione di altre. Stahel, che ora ha 96 anni, guida una Toyota Corolla dal 1969 e sostiene che tale uso ha consentito di risparmiare la fabbricazione di almeno 4 auto.
Nessun accenno alla evoluzione sulle tecnologie di contenimento dei consumi e delle emissioni e su quelle di sopporto alla guida, come se tutto quanto al contorno fosse rimasto al 1969.
Ma in cinquant’anni il numero di auto, le strade ed il modo di guidare sono molto cambiati ed una auto del 1969 non solo avrebbe alcune difficoltà ad essere riparata (i ricambi sono infatti garantiti per 10 anni dopo che la produzione è terminata),ma non essendo dotata dei molti dispositivi salvavita sviluppati negli anni, a partire dai lontani ABS ( Ant-Blocking System) e fino agli odierni ADAS ( Automatic Drivers Assistence Systems) , costituisce un maggior pericolo per pedoni, veicoli e per il conduttore stesso.
Per non dire delle emissioni di una auto Euro 0 del 1969 , progettata per funzionare con benzina al piombo ( la rossa per intenderci), in tempo in cui l’inquinamento ambientale, la sensibilità ecologica dell’utente e delle amministrazioni erano molto diverse, una auto che oggi può essere considerata una bomba ecologica e che non dovrebbe certo circolare nei centri urbani.
Sicuramente non in quelli della inquinatissima Pianura Padana, mentre nella montagnosa e ventilata Svizzera probabilmente il problema si pone meno.
In conclusione sarebbe bene che i giornalisti stessero più attenti nel diffondere notizie sull’ambiente e sostenere tesi che possono fare male alla causa comune di salvaguardare l’ambiente, per noi e per i pronipoti.

La stangata sul gasolio

Non senza sorpresa ho letto della prevista “stangata”sul gasolio proposta dal Ministro dell’Ambiente Angelo Costa, che vorrebbe portare le accise sul gasolio da 0,617€/l ai 0,728€/l attualmente gravanti sulla benzina.
L’espressione stangata usata già mette in cattiva luce l’iniziativa, che sembra l’ennesima iniquità impositiva perpetrata dal Governo nei confronti dei poveri proprietari di vetture a gasolio.
L’informazione risulta totalmente travisata e mal predispone il lettore e comune cittadino nei confronti di una iniziativa sacrosanta. Ovvero in questo caso non notizie sull’ambiente ma solo sul portafoglio dei lettori.
Finalmente dopo 40 anni di incentivi all’uso del gasolio perché spacciato per carburante ecologico, si prende atto che è corresponsabile dell’inquinamento da particolato di alcune aree nazionali e quindi dannoso per l’ambiente.
Vengono pertanto meno le ragioni dei sussidi, finalmente considerati dannosi per l’ambiente, e cioè i 5 miliardi di euro/anno che gli italiani concedono agli utilizzatori del gasolio per inquinare.
Oggi la convenienza dell’uso del gasolio è in buona parte dovuta al suo minor costo derivante dalla minor tassazione, sussidi che pagano tutti gli italiani e ne beneficiano solo il 40-50% degli italiani che possiedono auto a gasolio, peraltro causando maggior inquinamento.
Questi stessi soldi sarebbe meglio venissero usati per finanziare ed incentivare forme di motorizzazione virtuosa e meno inquinante come l’uso del metano, gassoso e liquido, e dell’idrogeno.
Perché allora dovremmo considerare la equiparazione delle accise una stangata e non un atto di giustizia, volto a disincentivare un carburante dannoso per l’ambiente?
Anche qui invito i giornalisti a prestare maggiore attenzione a quanto scrivono, a non cercare di favorire potentati economici che fanno il male dell’ambiente e dei cittadini.

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