disuguaglianze sociali

Economia Circolare e Mobilità Sostenibile: le disuguaglianze sociali

Le disuguaglianze sociali sono sempre più profonde e l’economia ricolare e le istanze della mobilità sostenibile le stanno mettendo drammaticamente in risalto.Le disuguaglianze sociali sono sempre più profonde e l’economia ricolare e le istanze della mobilità sostenibile le stanno mettendo drammaticamente in risalto.

Da sempre il mondo si divide in paesi ricchi e paesi poveri, ed ironia della sorte alcuni paesi sono poveri, o meglio la popolazione è povera, non perché manchino le risorse bensì perché i ricchi li sfruttano.

E’ il caso del Congo, paese ricco di risorse minerarie sulle quali fanno man bassa le grandi multinazionali occidentali ed asiatiche, lasciando il paese al 176 posto su 188 nella lista della ricchezza mondiale dei paesi.

In anni recenti questa triste storia si è arricchita di un nuovo capitolo legato alle evoluzioni tecnologiche di apparecchiature elettriche ed auto che fanno uso di batterie. Persino una scelta verso la transizione energetica sostenibile esacerba le disuguaglianze sociale tra nord e sud.

Il Congo infatti ospita il 70% del Cobalto mondiale e da alcuni anni è cominciata la corsa caotica a questo oro blu. Lo stato ha concesso diritti di sfruttamento della provincia  di Lualaba  a grandi multinazionali come Glencore ( anglo-svizzera), Huayou Colbalt ( cinese), Erg ( francese), Chemaf ( congolese) , Tenke Fungurume (congolese gruppo  China Molybdenum), che direttamente o indirettamente attraverso minatori artigianali in subappalto ha trasformato il territorio in un colabrodo dove povera gente scava a mano per pochi denari per estrarre il cobalto con cui grandi aziende fanno affari da capogiro. In una batteria di auto ci sono circa 10 Kg di cobalto, che sul mercato valgono circa 300€, ma sono il frutto di 2 giorni di lavoro pagati 3-5 dollari.

Si tratta di una vera e propria tragedia umanitaria ed ecologica, che coinvolge adulti e bambini (circa 160.000 persone), in cui il 70% della attività mineraria è industriale con un maggiore controllo, ma dove esistono zone grigie in mano ad artigiani subappaltatori in piccola scala che sfruttano gruppi di scavatori (creuser in francese) con un sistema molto simile al caporalato, causando sversamenti e inquinamenti di terreno e falde acquifere

Nel 2016 Amnesty International  ha prodotto un report “This is what we die for” che ha fatto luce sulla questione innescando varie inchieste dei media anglosassoni ( BBC, CNN etc.) e ricerche di autorevoli figure del mondo della scienza che hanno fatto molto clamore, costringendo le aziende della filiera ad applicare il rispetto dei diritti dei lavoratori.

Ne è inoltre derivata anche una class action contro grandi case produttrici di tecnologia ( Apple, Microsoft, Sony, Alphabet e Dell) e di auto ( Tesla, GM e FCA).

Le ragioni alla base della class action sono semplici, il cobalto è un elemento base della costruzione delle batterie litio-ioni che dispositivi elettronici, telefonini ed auto elettriche utilizzano, per cui i loro costruttori sono direttamente od indirettamente i grandi responsabili del disastro ecologico ed umano che sta avvenendo in Congo.

L’insegnamento di quanto sopra è banale, ma non scontato, economia circolare e sostenibilità sono concetti che vanno applicati egualitariamente nei paesi ricchi ed in quelli poveri, senza che per favorire il miglioramento del clima e dell’ambiente degli uni si danneggino necessariamente ambiente e condizioni di vita degli altri,  come ormai sembra consuetudine avvenire, salvo che qualcuno tardivamente richiami tutti alle proprie responsabilità di rispetto nei confronti degli esseri umani e dell’ambiente in cui vivono.

 

 

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