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Auto ibride: attenzione alla batteria

Auto ibride: attenzione alla batteria!

Agli inizi della mia carriera lavorativa, giovane ingegnere ed innovatore, mi sono trovato a promuovere l’uso delle microonde per i trattamenti termici su materiali a scarsa conducibilità, in primis per la pastorizzazione e la sterilizzazione di prodotti alimentari confezionati.

Il conservatore di turno mi sollevò l’obbiezione che le microonde se non usate correttamente potevano essere pericolose, suscitando in me la naturale riflessione che ogni attrezzatura, macchinario e nello specifico veicolo è pericoloso se non usato correttamente.

Restando nell’ambito veicoli, è chiaramente pericoloso/dannoso guidare a 200 Km/h nei centri urbani, ma in maniera più sottile può essere dannoso per l’ambiente usare i nuovi veicoli ibridi in maniera differente da quanto previsto in sede di progetto e di omologazione.

Studi recenti di eminenti centri di ricerca (Fraunhofer Institute for Systems and Innovation) hanno rilevato il grande successo che stanno riscuotendo nella vecchia Europa le auto ibride ed ibride plug-in, evidenziando però che anche con queste non è tutto oro quello che luccica.

Da rilievi di emissioni e consumi effettuati sulle strade su oltre 100.000 veicoli è emerso che i promessi 30-50 gr/Km di CO2 e consumi di 20 Km/l ottenuti in sede di omologazione non vengono generalmente rispettati e si arrivano ad avere valori più che doppi di CO2 emessa (117grKmCO2) e consumi attorno ai 12 Km/l.

Le ragioni che stanno dietro a questo fenomeno possono essere molteplici, ma sicuramente alla base ci può essere il fatto che acquistato il veicolo super ecologico per propria convenienza di accesso ai centri urbani, l’utente non si cura di ricaricare la batteria, trovandosi ad utilizzare un semplice veicolo ibrido full, con utilizzo del motore elettrico limitato alle fasi transitorie (ripartenze ed accelerazione) ed ai  veleggiamenti per i veicoli più evoluti,  in quanto le batterie sono ricaricate solo dalla frenata rigenerativa.

Da notare inoltre che le auto ibride plug-in hanno un pacco batterie più potente e pesante, per cui a benzina consumano di più.

Dunque anche queste auto se usate in modo inappropriato possono fare danno all’ambiente, in particolar modo nei centri urbani per cui sono studiate, ma anche alla causa della protezione dell’ambiente perché la guerra per portare i veicoli inquinanti (in particolare quelli a gasolio) fuori dai centri urbani non è ancora vinta, e anche se l’esito sembra segnato non è scontato quando si riuscirà nell’intento. C’è chi parla di 2030, chi di 2050 !!!!!!, e chi rema contro al servizio di potentati economici è ancora attivo ed influente.

Come Transport and Environment, il noto studio di ricerca  che arriva a sostenere che il metano è più inquinante del gasolio, nonostante il primo emetta il 40% in meno di CO2, il 99,5% in meno di PM e solo poco più di Nox se si considerano anche i non metanici, sostiene in maniera poco convincente che nelle auto ibride plug-in  il motore termico si possa accendere casualmente aumentando i consumi e vanificando l’effetto del motore elettrico.

Ci viene in aiuto l’iniziativa di alcune amministrazioni, vedi Torino, e case automobilistiche, vedi BMW, che stanno mettendo a punto dispositivi elettronici che impediscono ai veicoli ibridi plug-in di accendere il motore termico nelle ZTL, consentendo solo la marcia in elettrico.

Così anche i furbetti del plug-in vengono messi in condizione di non nuocere.

In conclusione l’invito agli utenti a fare le valutazioni del caso prima di acquistare l’auto, se non si può o non si vuole ricaricare la batteria meglio acquistare/usare una auto ibrida mild o full che usa la sola frenata rigenerativa per ricaricare le batterie, a fronte di consumi ed emissioni più elevati e limitazioni al traffico più stringenti. 

Tutto questo in attesa della mobilità sostenibile che verrà, a batteria, ad idrogeno-fuel cell o un buon mix delle due tecnologie.

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