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Idrogeno: l’energia e la mobilità sostenibile

È l’idrogeno il futuro della mobilità sostenibile e dell’energia?

Dalle recenti dichiarazioni delle maggiori cariche europee ed italiane sembra che stia davvero iniziando l’era dell’idrogeno.

Tutti ma proprio tutti vedono nell’idrogeno la grande risorsa per produrre energia, contribuendo a raggiungere significative riduzioni delle emissioni di CO2 e di inquinanti.

I progetti internazionali per l’idrogeno

La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha raggiunto a fine 2019 un accordo con Hydrogen Council per finanziare almeno 20 progetti europei per la produzione di idrogeno verde, quello prodotto ad esempio per elettrolisi dell’acqua con energia elettrica da fonti rinnovabili.

Per sviluppare una infrastruttura capace e diffusa occorre un percorso di finanziamenti che in minima parte potrebbe essere di 20-25 miliardi di euro fino al 2030, una frazione molto bassa rispetto a quello che il mondo investe annualmente in combustibili fossili.

Contestualmente la BEI ha assunto la ‘’ Storica decisione di cessare i finanziamenti ai combustibili fossili’’.

Goldman Sachs sostiene che il business dell’idrogeno verde e delle sue applicazioni genererà in Italia da qui al 2040 circa 55 miliardi di Euro di finanziamenti solo per l’adattamento e lo sviluppo delle reti di distribuzione ed il potenziamento degli impianti di stoccaggio.

I campi di applicazione dell’idrogeno sono diversi, nel trasporto, nel riscaldamento degli edifici ed in applicazioni industriali si potrebbe arrivare a coprire un quarto della domanda energetica da qui al 2050. In particolare per il trasporto pesante, camion e navi, l’idrogeno sembra l’unica fonte di energia alternativa a zero emissioni in grado di soddisfare le ormai accertate necessità di decarbonizzazione.

Posto infatti che per tali vettori l’uso di sole batterie elettriche è improbabile per le elevate quantità di energia e conseguente quantità di batterie necessarie, se nel breve periodo si può sopperire con il metano-biometano liquido, per il  futuro l’unica via percorribile sembra essere l’utilizzo dell’idrogeno.

In Italia

Guardando alle società italiane, SNAM spinta dall’entusiasmo per l’idrogeno dei suoi vertici sta testando di immettere nelle reti del metano fino al 10% di idrogeno.

E’ la prima in Europa a pensare di farlo, se si immettesse nelle reti Europee il 10% di gas rinnovabili (biometano ed idrogeno), insieme con l’aumento di produzione di Energia Elettrica da fonti rinnovabili, l’Europa potrebbe entro il 2030 ridurre del 55% le emissioni di CO2 e raggiungere la riduzione massima per il 2050.

FS sta seriamente valutando la diffusione di treni ad idrogeno in Italia, sulla scia del successo che la Alstom sta ottenendo nei suoi test in Germania.

ENI ha di recente raggiunto con Toyota (produttrice della vettura Mirai), che con Hyundai è l’unica nel mondo ad avere a listino auto a Fuel Cells (che usano l’idrogeno per produrre energia elettrica nei veicoli allo scopo di ricaricare le loro batterie) un accordo per la diffusione delle stazioni di rifornimento in Italia (al momento c’è una sola stazione a Bolzano).

IVECO sta studiando applicazioni di Fuel Cells su veicoli pesanti e Fincantieri sulle navi.

Landi Renzo dal 2009 lavora su sistemi di iniezione di idrogeno per veicoli (fuel cells e non), ENEL, Italgas, Hera ed A2A studiano progetti pilota per immetterlo in rete.

Conclusione

C’è insomma grande fermento, con una stima di attivare un valore della produzione in Italia di 4-7 miliardi di euro e creare posti di lavoro per 70-115.000 persone al 2030 e di 21-35 miliardi e 320.000-500.000 persone al 2050.

L’uso dell’idrogeno può essere una grande opportunità di crescita per il paese e di grande miglioramento per l’ambiente in cui viviamo e faremo vivere le future generazioni

Sarebbe davvero un peccato lasciarsela scappare per favorire gli interessi di coloro che ancora godono di benefici economici dall’uso di combustibili fossili.

 

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