Metano

Il metano, la Russia e il lato oscuro dell’energia

La fine del 2021 ci ha confermato che le fonti rinnovabili non sono programmabili e che occorre nel breve-medio periodo garantire diversamente l’energia necessaria.

Il COP di Glasgow dell’autunno ha mostrato il lato oscuro di certe politiche ambientaliste.

I limiti delle fonti rinnovabili di energia

È bastata la mancanza di vento nel nord della Gran Bretagna e le magnifiche Jaguar elettriche previste per trasportare i delegati hanno dovuto essere alimentate con energia elettrica da fonti fossili.
Analogamente nel nord dell’Olanda la mancanza di vento ha fermato i grandi mulini a vento da cui proviene il 12 % dell’energia nazionale.

E allora tutti ma proprio tutti hanno aperto i rubinetti dei condotti del gas per produrre l’energia elettrica necessaria per alimentare la ripresa del dopo pandemia, che poco o tanto ha colto tutti impreparati.Gas che proviene dalla Russia, che usa il metano come arma politica, e dal Nordafrica, anche perché le poche centrali nucleari rimaste in Europa, Francia esclusa, sono sotto l’attacco di ambientalisti e si vanno via via spegnendo.

Si fa presto a dire usiamo solo fonti rinnovabili, come facciamo se aumentiamo i parchi eolici e quelli fotovoltaici, ma d’inverno il sole è spesso coperto ed il vento fa le bizze brillando per la sua assenza?

La dipendenza da fonti fossili di energia: l’importanza del metano

Purtroppo ancora per un po’, quanto non è dato saperlo, per avere l’energia che ci serve dobbiamo ricorre a fonti fossili, certo le meno inquinanti possibili, ma sempre fossili.
In questo ci viene in aiuto il metano che è il meno inquinante dei combustibili.

Ma in Italia ed Europa stiamo facendo di tutto per complicarci la vita.

In Olanda un grande giacimento è in chiusura attaccato dagli ambientalisti per problemi di micro-sismicità, per cui la produzione nell’ultimo decennio è calata da 75 a 20 miliardi di metri cubi per anno.

E nella nostra Italia si va verso l’azzeramento per l’opposizione politica ad ogni perforazione, sviluppo e ricerca, per cui da 21 miliardi nel 1994 siamo scesi a circa 3 miliardi di metri cubi per anno, mentre i consumi sono arrivati a 70 miliardi di metri cubi per anno.

Il gas in conclusione è e sarà indispensabile per un lungo periodo in Europa ed in particolare in Italia, dove il Governo si trova nelle condizioni di dover aumentare la produzione di metano sfidando il fronte del no, che pur sconfitto al referendum (quorum
non raggiunto) è riuscito a bloccare tutto.

Da fonti autorevoli in Europa e Stati Uniti l’invito a maneggiare con cura, intelligenza e concretezza l’abbandono alle fonti fossili, per quanto dovuto ed inevitabile, è unanime.

La crisi energetica

La crisi energetica, con aumenti causati dalla Russia per ragioni politiche o dall’Asia per fame di energia, invita a garantirsi gli approvvigionamenti aumentando le riserve di gas per far fronte ai periodi in cui le rinnovabili non sono disponibili ( scarso vento o scarsa insolazione), a maggior ragione fino a che non sarà possibile stoccare a sufficienza ed efficientemente la loro energia.

L’impennata dei prezzi della energia sta facendo danni a famiglie ed imprese.

È tempo che vengano riviste le tariffe, che scontano aumenti per catastrofi e guerre dal 1936 ad oggi, e che si perseguano politiche di produzione e procacciamento dell’energia a vantaggio della popolazione italiana.

La situazione non deve avvantaggiare solo delle grandi aziende italiane (vedi SNAM ed ENEL) che anche in tempi di pandemia hanno prodotto utili a doppia cifra.

In conclusione in attesa che la produzione di energia da sole e vento sia meglio gestita e che quella dell’idrogeno diventi importante, ci restano solo due strade da perseguire per avere l’energia che ci serve.

O riapriamo al nucleare, le centrali esistenti ed altre, che però sembra avere tempi troppo lunghi (20 anni?) e costi elevati, o ci affidiamo al metano che veramente “può darci una mano”. Ma dobbiamo essere i primi a crederci ed a far sì che avvenga, senza farci ricattare e tartassare da stati esteri.

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